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argomento
Il
libro narra la vita di Sissi, la piccola “duchessa in zoccoli” che
sarebbe diventata Imperatrice d’Austria e uno dei miti femminili più
conosciuti e diffusi a partire dalla metà dell’ottocento. Il racconto si
snoda in prima persona, dall’infanzia felice e spensierata trascorsa con i
fratelli in un clima anticonformista inconsueto per le fanciulle nobili del
tempo, al matrimonio fiabesco con l’Imperatore Francesco Giuseppe; dalla
“prigionia “ nella gabbia dorata della corte austriaca, alla conquista
dell’indipendenza personale; dai trionfi in Ungheria, al dolore per
la perdita dei figli; dalla continua ricerca di un approdo fino al tragico
epilogo per mano di un anarchico in cerca di notorietà.
dalla quarta di
copertina
E' sempre stata diversa dalle
altre, la duchessa Sissi. Bella come una bambola, con i folti capelli bruni e
gli occhi pieni di luce. Orgogliosa e selvatica come un ragazzo, con le lunghe
gambe magre e le sfrenate corse a cavallo.
Francesco Giuseppe, l'imperatore, se ne innamora al primo sguardo. Si sposano,
ma la storia di Sissi non è una fiaba. La corte degli Asburgo, ai suoi occhi è
una prigione. Lei vuole decidere della sua vita e per questo dovrà lottare da
sola, contro tutti, e affrontare con coraggio un crudele destino.
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comincia
così...
Non riesco a prendere sonno.
L'arrivo improvviso di papà ha eccitato tutta la famiglia. Anche la mamma è
sembrata meno triste. Secondo le chiacchiere delle dame al nostro servizio, che
spettegolano tutto il giorno davanti a me e ai miei fratelli come se non ci
fossimo, ha tutte le ragioni di essere sempre insoddisfatta: è l'unica figlia
del re di Baviera che ha dovuto accontentarsi di prendere come marito un
semplice duca molto stravagante, mentre tutte le sue sorelle si sono sposate con
sovrani e imperatori. Ma io mio padre non lo cambierei neppure con il re
dell'universo!
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Ora lo sento cantare e suonare la cetra con i suoi
amici artisti del celebre Circolo d'Artù. Non resisto e piano piano
mi alzo, attenta a non svegliare la baronessa Wulffen, mia
insopportabile istitutrice, che russa nella camera accanto. Indosso
in silenzio il primo indumento che trovo, un vecchio costume
bavarese da casa, infilò la porta, percorro la lunga galleria,
scendo lo scalone. Il suono proviene dalla sala, fatta arredare da
papà (dicono scandalizzate le principesse e le duchesse che vengono
a far visita alla mamma) come un caffé di Parigi, che a quanto pare
è assai diverso da quelli tedeschi. Ai bambini l'accesso è
proibito, a causa di certe dee mezze nude dipinte sulle pareti,
abbracciate a Bacco fra grossi grappoli d'uva. Ovviamente noi le
abbiamo viste e riviste; a me sembrano troppo grasse. |
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Mi
affaccio: quelli del Circolo d'Artù cantano allegramente davanti a
boccali colmi di birra, accompagnati da mio padre. Appena mi vede
fare capolino dalla porta, lui pianta tutti in asso e mi viene
incontro.
- Che fa la mia piccola Sissi ancora alzata? Gli buttò le braccia
al collo e nascondo la faccia dell'incavo della sua spalla. Che buon
odore ha, e come gli voglio bene!
- Sissi, - mi mormora all'orecchio, - che ne diresti di fare il
nostro gioco del povero suonatore di cetra? Annuisco entusiasta... |
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