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argomento
I
tre racconti presentati in questo libro, sono frutto di fantasia
ma nello stesso tempo si basano
su eventi storici
e luoghi
realmente esistenti. Si svolgono all’inizio di tre secoli diversi, il 1500, il
1800 e il 2000 e in tre diversi continenti, l’Africa. l’America e l’Asia.
Anche gli animali che vi compaiono, l’enorme piovra delle profondità marine,
l’albatro urlatore dalle ali smisurate, lo straordinario leopardo delle nevi
dell’Afganistan, appartengono a tre mondi diversi: mare, cielo e terra.
Simili sono invece i protagonisti delle vicende narrate: i bambini, tutti
legati da una comune sofferenza e da un uguale riscatto.
Il
primo racconto "Il leopardo afgano" si svolge ai nostri giorni. C’era una
volta un paese magico dove le montagne toccavano il cielo e i fiumi portavano a
valle la purezza dei ghiacciai; dove i nomadi dagli occhi dipinti di azzurro
conducevano le loro mandrie attraverso i pascoli verdi e profumati, alzando
bianche tende di feltro pressato abbellite da tappeti variopinti... C’era una
volta un paese chiamato Afganistan; ma un orribile mostro chiamato Guerra
cominciò a insanguinarlo e dopo trent’anni non si è ancora placato.
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Il
secondo racconto, “Il volo dell’albatro”, prende spunto da vicende
realmente accadute durante la colonizzazione delle regioni antartiche
dell’America del Sud. Gli Yàmaca erano gli antichi abitanti della Terra del
Fuoco, l’estremo lembo dell’Argentina nell’emisfero australe. Erano
riusciti a sopravvivere in quelle terre gelide e inospitali per millenni, finché
l’arrivo degli europei, soprattutto nel 1800, con la distruzione
indiscriminata di foche e balene che erano alla base del nutrimento di quelle
popolazioni, la diffusione di malattie e l’occupazione dei loro insediamenti,
non ne provocarono l’estinzione.
Nel
terzo racconto, “La piovra degli abissi”, sono reali i luoghi descritti (le
isole di Capo Verde) e i fatti storici che fanno da contorno alle avventure
fiabesche di Kebe, schiavo bambino: l’inizio del commercio di uomini rapiti
sulle coste dell’Africa da parte dei portoghesi; lo sfruttamento della miniera
di sale dentro il cratere di un vulcano spento; la ribellione mai domata degli
schiavi; il naufragio delle imbarcazioni a causa del magnetismo di alcune rocce
che attraevano l’ago della bussola.
dalla quarta di copertina
Kebe, il
piccolo abitante delle isole di Capo Verde, venduto come schiavo dai portoghesi
e salvato dalla piovra in un mare amico; Kipa, la piccola schiava delle Terre
del Fuoco, destinata ai reali d'Inghilterra che fugge, complice il vento, sulle
ali dell'albatro suo compagno di prigionia; Sharif, che lascia le macerie di
Kabul in cerca del mitico leopardo bianco sulle altissime vette delle montagne
afgane. la natura violata e l'infanzia negata sono i veri protagonisti di questi
tre racconti che a partire dal lontano '500 fino ai giorni nostri tracciano un
sentiero di sangue, schiavitù e prevaricazione a danno dei popoli poveri della
terra.
comincia così…
I grandi uccelli di metallo che compaiono all'improvviso nel cielo autunnale di Kabul emettono un rumore insostenibile. Un grappolo uscito dalla pancia di uno di quei mostri volteggia nell'aria come un
gruppo di palloncini, ma dopo pochi secondi le casupole accanto al bazar non ci sono più. È sparita anche la
ciayhaneh, la casa da tè, con tutti i suoi clienti intenti a mangiare riso e a ingollare la calda
bevanda. Sharif si guarda intorno. Il gran bazar di Kabul si è improvvisamente spopolato: tutta la gente cenciosa e indaffarata che lo abitava fino a un attimo prima sembra sparita nel nulla.
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