argomento
Il libro narra le
avventure, ambientate nel '300, di un ragazzino, Lorenzo, che fa un insolito
mestiere di famiglia: il corriere di posta; un mestiere che segnò l'inizio del
trasporto postale fra le persona e che in questo caso si è rivelato pieno
di avventure e di pericoli. Su e giù per la strada Francigena, in compagnia di
soldati di Ventura, ostaggi, cavalieri di Giostre, nobili e popolani, Lorenzo
difende a tutti i costi la sua sacca di posta e scopre il valore della parola
scritta, dell'amicizia e dell'amore.
dalla quarta di
copertina
Circa
alla metà del '300, un secolo caratterizzato da guerre infinite, violenze,
saccheggi e da una terribile epidemia di peste che decimò la popolazione di
tutta Europa, Lorenzo, un ragazzino veneziano scampato, unico della sua
famiglia, alla cosiddetta Morte Nera, compie il suo primo viaggio al seguito
dello zio, Corriere di Posta, che lo porta ad attraversare tutta
l'Italia diretto ad Avignone. Un cammino pieno di avventure, attraverso conventi
e castelli, giostre e tornei e ricco di incontri di ogni tipo: fanciulle
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promesse spose loro malgrado, mercenari feroci che lo prenderanno in ostaggio,
povera gente che offrirà aiuto e incoraggiamento. Con la sua sacca ricamata con
un arcobaleno, colma di lettere da recapitare e simbolo di unione tra i popoli,
Lorenzo si fa paladino e strenuo difensore della parola scritta, che può essere
così potente da avere la meglio persino sulla ferocia delle armi. Un nuovo
appassionante romanzo storico di Vanna Cercenà, magistralmente illustrato da
Pia Valentinis, premio Andersen come migliore illustratrice.
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comincia
così...
LA
FANCIULLA MISTERIOSA
Lorenzo
si svegliò che era ancora buio. Per qualche secondo non riuscì a rammentare
dove si trovasse, poi alla luce di una fiaccola che schiariva l'arco della
stanza, cominciò a individuare la sagoma dello zio e quelle dello stalliere e
del servo che ronfavano vicino; ricordò che erano nella casa di un mercante di
Siena.
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Per
una vecchia abitudine si tastò il corpo, provando ogni volta lo
stesso sollievo misto al dolore dei ricordi, nell'incontrare solo le
sue magre asciuttezze: nessuna escrescenza, nessun bubbone! Era
dunque vero quello che si diceva in giro: la terribile peste aveva
concluso il suo viaggio, dopo che la sua falce inesorabile aveva
mietuto senza pietà intere famiglie.
Accanto, lo zio Nane si rigirò nel sonno con una specie di piccolo
lamento. Forse stava sognando la sposa bambina perduta in poche ore
per la spaventosa epidemia. Rimasto solo da quando il padre e il
fratello maggiore se li era portati via la Morte Nera, aveva fatto
di tutto per non arrendersi alla malasorte e continuare l'attività
della sua famiglia, assai vantaggiosa sia in compensi sia nella
considerazione sociale. I Dell'Arco infatti si erano fatti un nome a
Venezia come affidabili Corrieri di posta. |
Nane era stato molto incerto se cominciare a portarsi dietro il nipote
tredicenne, ma, un po' per le insistenze del ragazzo e un po' perché era
tempo che cominciasse a imparare il mestiere, lo aveva preso con sé assieme
a uno stalliere e un servo.
A
Siena erano giunti il giorno prima e avevano trovato ospitalità in quella
stanza fredda e disadorna, ma senz'altro migliore degli androni pieni di
pulci e di ubriachi delle locande disseminate lungo le strade dei
pellegrini.
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