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argomento
Il
protagonista è Boccaccio appena adolescente, paladino di una Fiammetta bambina
che ispirerà in seguito la sua vita amorosa e letteraria
dalla quarta di
copertina
Firenze
1326. Giovanni
ha 13 anni ed è destinato a diventare un mercante come suo padre, ma la sua
vera grande passione e la poesia. Un
giorno incontra una ragazza diversa da tutte le altre, che forse nasconde un
segreto. Giovanni, curioso e affascinato, coinvolge i suoi amici in un'avventura
rocambolesca, tra grandi palazzi e bui monasteri, nel tentativo di salvarla da
un destino che gli sembra inaccettabile.
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Nei grandi
palazzi di Mantova, Canossa, Firenze e perfino di Goslar, in Germania,
sullo sfondo di viaggi avventurosi, matrimoni tra potenti, intrighi e
cospirazioni, cresce l'amicizia fortissima e rara tra una piccola
principessa ribelle e un giovane servitore coraggioso. |
comincia
così...
Sulla
loggia Giovanni
sale la ripida scala che dalla cucina fumosa porta sulla loggia in cima alla
casa. Lo accoglie un sole alto nel cielo limpido che rallegra e riscalda,
malgrado sia gennaio.
È un bel ragazzo sui 13 anni, con la chioma ricciuta e due occhi scuri e
vivaci. Non fa a tempo ad appoggiarsi al parapetto per scrutare la terrazza di
fronte, che si sente apostrofare dall'angolo opposto: "Che fai qui a questo
ora? Perché non sei a lezione dal tuo maestro?".
Il ragazzo non riesce bene a individuare la figura seduta su un panchetto. La
voce squillante però non si può sbagliare: è quella di monna Margherita, la
sua matrigna. Esce da sotto uno strano copricapo che le circonda la testa con
una grande tesa di paglia rigida priva di cupola su cui sono sparsi a raggiera i
capelli. È questo il sistema con cui le dame fiorentine cercano di schiarirsi
la capigliatura in ogni tempo dell'anno, perché il biondo è molto in voga tra
le donne dei ricchi mercanti. Il
sole picchia sulla chioma sparsa, ma i suoi raggi non arrivano a raggiungere il
volto che deve rimanere candido, secondo la moda del tempo. |
"La
lezione non c'è stata, perché il mio maestro oggi aveva da fare e
mi ha detto di tornare a casa" borbotta il ragazzo.
"E allora perché non sei andato ad aiutare tuo padre al
banco?" Continua implacabile quella specie di fungo. "Lo
sai che non devi mai stare senza far niente".
Questa volta Giovanni non risponde;
con rimpianto da un'occhiata alla loggia della casa di fronte
dove sta arrivando un gruppo di ragazze che portano le ceste del
bucato da stendere, volta le spalle e scende in cucina con un
diavolo per capello. Emilia, la sua nutrice che sta rimestando un
paiolo sul focolare, gli dà un'occhiata e chiede: "Be'? Cos'è
questa faccia?".
"Se spera che quei ciuffi color topo diventino biondi, sta
fresca!" borbotta l'altro.
Alla donna che gli ha fatto da mamma e ha governato la casa fino
alle inaspettate nozze del mercante Boccaccino con monna Margherita,
non pare il vero di sentir criticare la padrona. Ripensa
a quando quel brav'uomo si era portato a casa senza fare tanti
discorsi il figlio di pochi mesi e glielo aveva affidato.
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Peccato che poi abbia
sposato quella donna antipatica; si stava così bene prima!
Intanto il ragazzo continua con le sue recriminazioni: "Non
si può mai stare in pace in questa casa! Ora mi tocca andare
al Banco a fare quei maledetti conti!".
"Beato te che vai a fare i conti. Noi poveretti non
abbiamo niente da contare..." commenta Emilia. Com'è
cambiato questo ragazzo negli ultimi anni! Prima era sempre
allegro e pronto a scherzare... "Su, smetti con queste
lagne e vai da tuo padre".
Giovanni si decide a uscire. Incrocia sul portone Cecco, il
figlio della nutrice, ed escono insieme; lui va a lavorare
alla bottega del Cisti, è tutta strada fino al Ponte Vecchio.
Cecco è dello stesso umore di Giovanni; sono cresciuti
insieme perché quando Boccaccino si è trasferito da Certaldo
a Firenze si è portato dietro buona parte delle persone che
vivevano nei suoi poderi, compresa la famiglia della nutrice. |
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